
Impresa come accelleratore di particelle
Il momento è molto impegnativo per tutti.
Non serve dire quanto ciascuno di noi stia incontrando diverse difficoltà, vivendo questa situazione di isolamento forzato. Ciascuno in modo differente.
Ci sono imprese che non hanno mai smesso o rallentato la loro corsa alla produttività, ci sono imprese che si sono parzialmente riconvertite per dare un supporto al sistema paese e poi ci sono interi settori fermi (ristorazione, eventi, turismo,...) in cui tutto è congelato a data da destinarsi.
In un momento come questo le sensibilità imprenditriali sono molto differenti e la voglia di voltare pagina in fretta è sicuramente parte dei pensieri di tutti. Ma in questi giorni sta maturando una nuova consapevolezza...non torneremo alla normalità. Dopo questa pandemia globale anche il nostro stesso concetto di normalità cambierà per sempre.
E su questo dobbiamo riflettere, anche se non ci fermiamo nella nostra attività imprenditoriale è sicuramente necessario pensare seriamente agli scenari del futuro prossimo.
Questo che stiamo vivendo è un mese (di quarantena) che ha fatto “incontrare” bisogni con soluzioni tecnologiche in pochissimi giorni. Idee digitali mai troppo mature per essere testate sul campo, è sempre mancato il contesto. E poi ci sono le idee nate velocemente per riconvertire alcune produzioni industriali. Armani che produce camici monouso per la protezione individuale dei medici in prima linea, vedi Amaro Ramazzotti che produce disinfettante, vedi Isinnova che stampa in 3d le valvole d’emergenza per i respiratori. Per non parlare di tutte le iniziative di raccolta fondi destinate ad ospedali e protezione civile.
L’Italia è diventata un grande acceleratore di particelle. Dove l’impresa, l’iniziativa individuale e collettiva riesce a fare rete e portare alla comunità dei vantaggi per tutti.
La chiave per tutto questo è sempre la capacità di gestione, anche nella crisi. Possiamo essere efficienti, produttivi, connessi e solidali anche in un momento in cui è facile cedere allo sconforto.
Ma fortunatamente il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è fatto da persone tenaci e visionarie che lottano per un futuro migliore (qualsiasi cosa significhi ora). Possiamo andare un pochino più veloce, e non parlo del nostro settore, il digitale, che già va ai mille allora (connessione a parte). Qui parliamo di sostenibilità del proprio business. Questo è il momento di riorganizzarsi, o di perfezionare la propria organizzazione, e strutturarsi per agire.
Anche nei momenti di crisi è necessario continuare a comunicare con clienti e fornitori, agire con cautela e cercare di osservare il mondo per intercettare gli scenari futuri. Ogni impresa che può ora non deve fermarsi. Farsi le domande giuste può cambiare le sorti di alcune aziende. Cosa possiamo cambiare nella nostra azienda per renderla migliore? Efficiente? Operativa? Connessa? Umana? Scalabile? Sostenibile? Digitale? Sicura... Ci sono molte più domande di così.
Ci sono settori (ristorazione, eventi, turismo,...) che devono assolutamente rispondere in modo diverso alla domanda che cambierà da qui in avanti. Interi modelli di business dovranno necessariamente essere ripensati per sopravvivere. Pensa solo alla rivoluzione del retail in questi ultimi 30 giorni. Il 75% di chi ha comprato online nell’ultimo mese non lo aveva mai fatto prima, si legge su Forbes.
Significa che le abitudini delle persone e le loro preferenze di acquisto sono cambiate a causa del Covid. Significa anche che moltissime realtà che non erano presenti sui canali digitali si sono abilitate velocemente per non perdere questo trend in forte crescita.
In questo contesto ciascuno di noi ha compreso il valore della tecnologia, del digitale e dei social... Possono essere buoni strumenti se li usiamo bene. Dotarsi di strumenti che ci permettono una gestione nuova, adatta ad un trasformazione irreversibile e più vicina alle persone, è un dovere per ogni azienda.
Questo cambiamento deve avvenire ora. Non possiamo perdere tempo. Proviamo ad immaginare un futuro più connesso per tutti. Scegliere gli strumenti giusti. Per farne l’uso corretto senza esagerare, ma anche per dare il giusto spazio al nostro contributo professionale ed umano.
Nell’ultimo mese il successo globale delle video chat (Zoom, Skype, Hangouts) ci testimonia che il buon uso della tecnologia fa bene al tessuto sociale, alla condivisione della cultura, alla libera circolazione delle idee, alla crescita di iniziative individuali (a beneficio della collettività).
Proviamo a dare a questa curva di trasformazione, una forma più lineare e costante nel tempo. Digitalizzare non è la soluzione, ma un mezzo per la crescita delle imprese, la svolta invece passa sempre dalle idee ben attuate. "Digitale ed idee" sono gli ingredienti invisibili che ci rendono più solidi e forti per una crescita (quella dei prossimi mesi) ad alta velocità.